"Noi ci trattiamo l'un l'altro come scatole nere."
-Daniel Dennet
“Il test di Turing è un criterio per determinare se una macchina sia in grado di pensare. Tale criterio è stato suggerito da Alan Turing nell'articolo Computing machinery and intelligence, apparso nel 1950 sulla rivista Mind.
Turing prende spunto da un gioco, chiamato "gioco dell'imitazione", a tre partecipanti: un uomo A, una donna B, e una terza persona C. Quest'ultimo è tenuto separato dagli altri due e tramite una serie di domande deve stabilire qual è l'uomo e quale la donna. Dal canto loro anche A e B hanno dei compiti: A deve ingannare C e portarlo a fare un'identificazione errata, mentre B deve aiutarlo. Affinché C non possa disporre di alcun indizio (come l'analisi della grafia o della voce), le risposte alle domande di C devono essere dattiloscritte o similarmente trasmesse.
Il test di Turing si basa sul presupposto che una macchina si sostituisca ad A. Se la percentuale di volte in cui C indovina chi sia l'uomo e chi la donna è simile prima e dopo la sostituzione di A con la macchina, allora la macchina stessa dovrebbe essere considerata intelligente, dal momento che - in questa situazione - sarebbe indistinguibile da un essere umano.”
(Fonte: Wikipedia)
Forse riuscire a trovare la domanda perfetta per individuare la presenza di coscienza nell’altro, non è il punto importante. Lo è anche il solo poter porre una domanda ad un altro, è il grande gioco a cui ogni giorno prendiamo parte: diamo per assunto che gli altri pensino ed abbiano una coscienza (nel momento in cui tu scegli di crederci allora è già vero. Paradossalmente l’amico immaginario è cosciente). Non ne abbiamo le prove, ma lo presupponiamo per poter vivere. Perché se davvero scoprissimo di essere gli unici possessori di una coscienza autocoscienze (sogno proibito e maledizione di ogni solipstista) la nostra vita sarebbe finita in quell’istante. La nostra tanto esclusiva coscienza risuonerebbe nella nostra testa come un assordante silenzio, facendo lo stesso rumore di un albero che cade nei meandri di una foresta dimenticata.
Nel momento in cui ci si presenta di fronte un essere che si millanta senziente, gli dobbiamo il beneficio del dubbio, anche solo per mantenere integra la nostra mente.
Forse lo supponiamo intuitivamente e direttamente perché riconosciamo in lui alcune nostre componenti?
La simulazione diventa reale quando è indistinguibile dal modello.
Allora però non ci sarebbe conoscibile nulla che sia diverso da noi.
Grazie e spero che questo Spuntino Filosofico sia stato interessante...e
gustoso!
Ricetta per i biscotti al cocco
Ingredienti:
120 gr. di Farina di cocco
40 gr. di farina
3 uova
un pizzico di sale
Procedimento:
Mescolare in una ciotola tutti gli ingredienti con un mestolo, fin quando non si raggiunge un composto ben amalgamato;
Preparare una teglia ricoperta con della carta forno;
Preparare e posizionare sulla teglia delle palline ottenute con il composto, prima però ricoprirle con un altro strato di farina di cocco;
Infornare a 180° per 8 minuti.