"Ed è proprio come se fossero morti, non sapendo cosa fare con se stessi."
-Gerd B. Achenbach
L’altra sera ho avuto un’interessante conversazione con mio padre, partita da una sua domanda caustica ma anche volutamente provocatoria: “Perchè voi giovani d’oggi non trovate il senso in niente?” Ecco come farti andare di traverso la cena.
Riflettendo insieme ci siamo resi conto che forse quando giovani lo erano loro, il “senso” delle cose gli veniva consegnato già preconfezionato da qualcun altro e con questo intendo tutto il pacchetto completo di tradizioni e valori che venivano tramandati dalla Storia, dalla Religione e in generale dalla Famiglia, vero e proprio organo istituzionale anch’essa.
Oggi non è più così, o almeno non in maniera così radicale. Oggi ognuno di noi, inconsciamente o meno, “combatte” contro almeno uno di quei valori: c’è per esempio chi sceglie di non continuare l’attività di famiglia per seguire i propri sogni, chi è omosessuale, coppie che scelgono di non sposarsi mai, donne che sanno di non volere figli, non andiamo in chiesa, non aspettiamo il matrimonio per fare l’amore, portiamo piercing, ci facciamo tatuaggi, ognuno veste come gli pare… ecc..ecc…
Queste sono tutte piccole battaglie per la propria libertà d’espressione e d’azione che combattiamo ogni giorno senza rendercene nemmeno troppo conto.
Cosa credere, cosa scegliere, non ci viene più imposto dall’esterno ma è diventata una personalissima ed individuale operazione interna. La quale però richiederebbe costante riflessione ed aggiornamento. E secondo me è proprio qui che le generazioni di oggi “cadono” ed è proprio questo a causare quella sensazione di continuo spaesamento che possiamo chiamare “mancanza di senso”.
Forse perché la nostra ricerca della quiete, della felicità e del senso, viene costantemente messa da parte e ostacolata da una continua “distrazione dalla vita” che inconsciamente mettiamo in scena ogni giorno, un costante rumore di sottofondo che ci imponiamo perchè temiamo di ascoltare la nostra stessa voce.
Com’è possibile allora, anche nel marasma di eventi che sta colpendo il nostro mondo, riuscire a distinguere ciò che conta, ciò che ha senso? E ancora di più, ciò che è giusto? Ciò che è giusto pensare e poi fare?
Appena qualche settimana fa avrei detto che è di fondamentale importanza rispondere in modo apparentemente egoistico e che sei tu ciò che conta, sei tu il senso della tua vita, sei tu a darglielo, a sceglierlo, sei tu che devi essere giusto perché è quello che senti di volere.
Però oggi rispondo che questo è il punto di partenza…perchè sento sempre più forte la necessità di un “soggetto collettivo”, la necessità di ri-costruire, dopo anni di individualismo imperante (che ritengo assolutamente necessario per ri-conoscersi) un senso comune in grado di avere come base almeno alcuni valori fondamentali. Come per esempio la compassione più sincera, la lentezza (il prendersi il tempo necessario) e il silenzio opportuno. Ok, ognuno è libero di dire la propria come io sono obbligato a difendere il tuo diritto di poterlo fare, ma possiamo ricordarci che nella libertà d’espressione è compreso il privilegio della riflessione? Non sviliamo i valori autentici trasformandoli in semplici opinioni da social network.
Essere condannati alla libertà potrebbe risultare un enorme spreco se non ci prendiamo la responsabilità e non siamo pronti ad affrontare lo sforzo di cercare di inebriare di senso la nostra esistenza, soggettiva e intersoggettiva.
Se manca il senso, allora c’è bisogno che ognuno di noi attui una “redenzione intellettiva”, un risveglio della coscienza in cui rendersi conto di ciò che si ha e cercare di sfruttarlo al meglio. Focalizzarsi sugli obiettivi e non confondere i mezzi con i risultati. Per esempio: avere tanti soldi non può essere considerato il risultato finale, ma deve essere visto come uno strumento per raggiungere la tua soddisfazione personale, da trovare dentro te stesso.
Una delle caratteristiche più affascinanti dell’essere umano è proprio la sua autotrascendenza, la capacità di superarsi e di andare oltre i suoi limiti in modo tendenzialmente infinito.
Grazie, e spero che questo spuntino filosofico vi sia stato utile o almeno sia risultato interessante e….gustoso!
Alice
LA RICETTA
Pasta con crema di pecorino e zucchine
Ingredienti:
20 gr. di Pecorino grattugiato
5 zucchine
Scalogno e Cipolla per il soffritto
Preparazione:
1) Lavate le zucchine, spuntatele e asciugatele. Tagliatene 4 a rondelle sottili e fatele rosolare con lo scalogno e la cipolla in una padella con un po’ d’olio. Mettete il coperchio e cuocete a fuoco medio per 5-6 minuti.
2) Frullate le zucchine fino a ottenere una salsa cremosa; unite con il pecorino, frullate di nuovo per qualche secondo, regolate di sale e tenete la salsa in caldo.
3) Cuocete la pasta al dente in abbondante acqua bollente salata, scolatela e conditela con la crema di zucchine.
4) Distribuitela nei piatti, decorate con la zucchina rimasta, tagliata a rondelle sottili, cospargete con altro pecorino a scaglie e servite.
Super delicious!