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Sulla categoria del Possibile con doppia mozzarella

"Che il concetto preceda la percezione, significa la sua possibilità."

-I. Kant La critica della Ragion Pura

Vi avverto, questo post ve lo trascrivo in versione originale, senza edulcorazioni, senza rivisitazioni, senza una reale traduzione da ciò che sono stati i miei flash di ieri sera. Nel momento in cui lo leggerete, non tentate di capire ma solo di lasciarvi trascinare nelle considerazioni che potrebbero emergere.


Unire la postulazione dell’IDEA di Libertà con la categoria del possibile attuabile (e raggiungibile).


Se ciò che è pensabile come possibile non diviene automaticamente reale [grazie a dio xD (?)] si può però imparare a scindere la semplice e chimerica fantasticheria da ciò che invece può fare l’upgrade da possibile a progettabile. Qualcosa cioè che debba essere considerato come prodotto intenzionale e come fine del nostro agire. Una libera scelta di assumere “P” come valida, un’ammissione si, puramente arbitraria, ma totalmente soggettiva, individuale e per questo non proveniente da agenti esterni. Cogliere i grappoli di POTER DIRE e di POTER FARE e PENSARE, forme diverse di potenzialità che aspettano solo di essere colte. Mettere a fuoco le proprie disposizioni e capacità in vista dell’accadere di un o più avvenimenti ad esse corrispondenti. Tornare a “sognare i propri sogni” . Se “una cosa è detta in potenza quando il suo tradursi in atto non implica l’impossibilità”, poter fare qualcosa significa mettersi nella condizione di pensarla e renderla possibile; quindi la nozione di MOVIMENTO e AZIONE deve essere totalmente imprescindibile da quella di potenza. Il possibile non esisterà di fatto finché la nostra facoltà di giudizio (leggi:presa di decisione) non la slegherà dall’immaginazione e non agirà su di essa. L’atto è l’esistere della cosa e bisogna far si che i nostri possibili, i nostri sogni riguardino LE COSE. Ritrovare l’armonia tra pensiero e realtà. Che cos’è che da vita ai nostri sogni? L’uso che ne facciamo una volta svegli, l’infusione di quel respiro vitale che sprigioniamo stiracchiandoci la mattina.


Ritrovare l’identità di ciò che siamo e vogliamo essere attraverso ciò che pensiamo possibile.


Ri-imparare a pensare questo linguaggio così indissolubilmente legato al pathos e all’esperienza, significa ri-nascere emotivamente permettendo a se stessi di aumentare la propria capacità di “essere il più possibile vivo all’interno dell’intero spettro dell’esperienza umana”, e di immaginare se stessi nell’esistenza.


Ognuno di noi ha dentro di sé uno spettro di possibilità in divenire che se vorrà potrà dispiegare, diventando ciò che non è ancora.


Grazie, e spero che questo spuntino filosofico vi sia stato utile o almeno sia risultato interessante e….gustoso!


Alice

LA RICETTA

Rosetta tramutata in pizza

Ingredienti:

-Una rosetta

-Passata di pomodoro

-Mezza cipolla

-3-4 pomodorini

-Una mozzarella

-Mezzo peperone tagliato a pezzettini

-Pancetta a dadini

-Parmigiano grattugiato

Preparazione:

1) Tagliare il "cappello" della rosetta e levare la mollica.

2) Spargere per tutto l'interno un po' di passata di pomodoro e poi stenderci gli ingredienti in vari strati. Noi abbiamo fatto così:

-mozzarella tagliata a fette sottili

-peperoni

-pancetta

-pomodorini tagliati a fettine

-cipolla

-altra mozzarella ( sbav :Q__ )

3) Mettere un altro strato di passata di pomodoro e richiudere la rosetta.

4) Avvolgetela nella carta stagnola e lasciatela per 30 minuti sotto qualcosa di pesante (noi abbiamo usato la validissima enciclopedia treccani e un dizionario di italiano ahaha)

5) Aprite e levate la rosetta schiacciata dalla carta stagnola, spargeteci sopra ancora un po' di passata di pomodoro e un po' di parmigiano grattugiato.

Mettete in forno per altri 30 minuti a 175°.

Buon appetito!


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